

CHIESETTA DI SANT’ANTONIO IN GAVI
Esistono in Gavi tre Oratori che conservano all’interno pregevoli opere d’arte e che sono sede di tre antiche Confraternite, associazioni pubbliche di fedeli, ancora oggi molto attive nel perseguire e diffondere la fede in Cristo e conservare antiche tradizioni.
I tre Oratori prendono il nome dal colore delle cappe che portano i confratelli durante le processioni o riti religiosi, ma hanno anche propria dedicazione:
I Rossi, hanno la chiesa dedicata alla Santissima Trinità.
I Turchini hanno la chiesa dedicata alla Madonna Assunta che festeggiano ogni anno il 15 agosto.
I Bianchi hanno l’Oratorio dedicato ai Santi Giacomo e Filippo e la loro è anche detta Arciconfraternita `Morte et Oratione’ e le sue origini risalgono al 1399.

CHIESETTA DI SANT’ANTONIO IN GAVI
Esistono in Gavi tre Oratori che conservano all’interno pregevoli opere d’arte e che sono sede di tre antiche Confraternite, associazioni pubbliche di fedeli, ancora oggi molto attive nel perseguire e diffondere la fede in Cristo e conservare antiche tradizioni.
I tre Oratori prendono il nome dal colore delle cappe che portano i confratelli durante le processioni o riti religiosi, ma hanno anche propria dedicazione:
I Rossi, hanno la chiesa dedicata alla Santissima Trinità.
I Turchini hanno la chiesa dedicata alla Madonna Assunta che festeggiano ogni anno il 15 agosto.
I Bianchi hanno l’Oratorio dedicato ai Santi Giacomo e Filippo e la loro è anche detta Arciconfraternita `Morte et Oratione’ e le sue origini risalgono al 1399.

E’ il più antico tra gli Oratori ed ebbe origine da un gruppo proveniente dalla Provenza, i “flagellanti”. I compiti della Confraternita dei Bianchi erano la sepoltura dei defunti meno abbienti e dei prigionieri del Forte, la gestione dell’Ospedale, che dava ospitalità ai più disagiati, e del Monte del Grano.
La festa della Confraternita con la tradizionale processione, dove gli uomini indossano le cappe nere e le donne sono vestite di nero, si celebra la domenica dell’Ottava del Corpus Domini.
Dai Bianchi dipendeva pure la Cappelletta di San Rocco e la Cappella di S.Antonio Abate.
Quest’ultima sorgeva in piazza del Palazzo, che in dialetto gaviese veniva e viene ancora chiamata Paraso, perché ivi sorgeva il Palazzo del Podestà e dei Signori di Gavi, che fu distrutto, come dice la tradizione, a furia di popolo, seminandovi sopra il sale.
E’ il più antico tra gli Oratori ed ebbe origine da un gruppo proveniente dalla Provenza, i “flagellanti”. I compiti della Confraternita dei Bianchi erano la sepoltura dei defunti meno abbienti e dei prigionieri del Forte, la gestione dell’Ospedale, che dava ospitalità ai più disagiati, e del Monte del Grano.
La festa della Confraternita con la tradizionale processione, dove gli uomini indossano le cappe nere e le donne sono vestite di nero, si celebra la domenica dell’Ottava del Corpus Domini.
Dai Bianchi dipendeva pure la Cappelletta di San Rocco e la Cappella di S.Antonio Abate.
Quest’ultima sorgeva in piazza del Palazzo, che in dialetto gaviese veniva e viene ancora chiamata Paraso, perché ivi sorgeva il Palazzo del Podestà e dei Signori di Gavi, che fu distrutto, come dice la tradizione, a furia di popolo, seminandovi sopra il sale.

La piccola chiesa già dedicata a Sant’Antonio Abate ed ora alla Vergine Immacolata esistette fino al 1771. Nel 1870, come scrisse il Remondini (Cronologia degli Arcipreti di Gavi), “il Signor Pasquale Bertelli, nipote del sacerdote Tomaso, canonico delle Vigne, la fece riedificare e benedire.
Non è ufficiata, ma serve ottimamente per una fermata nella processione del Corpus Domini”.
La Cappella fu poi comprata dal Sacerdote gaviese Compareti, Canonico a N.S. Immacolata di Genova , il quale la dedicò alla Vergine Immacolata, celebrandosi ogni anno con grande solennità in Settembre la Festa. La lasciò in eredità all’Oratorio dei Turchini di cui era confratello e fino agli anni ‘60 vi si celebrava alcune volte durante l’anno.

La piccola chiesa già dedicata a Sant’Antonio Abate ed ora alla Vergine Immacolata esistette fino al 1771. Nel 1870, come scrisse il Remondini (Cronologia degli Arcipreti di Gavi), “il Signor Pasquale Bertelli, nipote del sacerdote Tomaso, canonico delle Vigne, la fece riedificare e benedire.
Non è ufficiata, ma serve ottimamente per una fermata nella processione del Corpus Domini”.
La Cappella fu poi comprata dal Sacerdote gaviese Compareti, Canonico a N.S. Immacolata di Genova , il quale la dedicò alla Vergine Immacolata, celebrandosi ogni anno con grande solennità in Settembre la Festa. La lasciò in eredità all’Oratorio dei Turchini di cui era confratello e fino agli anni ‘60 vi si celebrava alcune volte durante l’anno.

Nel 1977 la Confraternita dei Turchini vendette la chiesetta al Signor Molinari che lo utilizzò come deposito per il suo negozio di alimentari, lasciando comunque inalterata la parte decorativa e architettonica dell’interno con annessa la Sacrestia.
La chiesa ha impianto ad aula unica, con volta a vela interamente dipinta. Ai lati dell’altare (ora scomparso) sono collocate due aperture, una verso la sacrestia, l’altra di accesso ai vani verso il sottotetto.
Sconsacrata verosimilmente intorno agli anni settanta, adibita poi ad usi diversi e lasciata decadere verso uno stato di degrado, è stata acquisita dal Comune che ne ha ristrutturato l’interno.
Si può ancora ammirare l’impianto ecclesiale di affaccio sulla piazza con piccoli frammenti di decorazione novecentesca conservati lungo lo spiovente del tetto.
Nel 1977 la Confraternita dei Turchini vendette la chiesetta al Signor Molinari che lo utilizzò come deposito per il suo negozio di alimentari, lasciando comunque inalterata la parte decorativa e architettonica dell’interno con annessa la Sacrestia.
La chiesa ha impianto ad aula unica, con volta a vela interamente dipinta. Ai lati dell’altare (ora scomparso) sono collocate due aperture, una verso la sacrestia, l’altra di accesso ai vani verso il sottotetto.
Sconsacrata verosimilmente intorno agli anni settanta, adibita poi ad usi diversi e lasciata decadere verso uno stato di degrado, è stata acquisita dal Comune che ne ha ristrutturato l’interno.
Si può ancora ammirare l’impianto ecclesiale di affaccio sulla piazza con piccoli frammenti di decorazione novecentesca conservati lungo lo spiovente del tetto.

L’interno conserva una decorazione, soprattutto nella volta, che si riferisce ai primi anni del’900, momento in cui si interveniva pittoricamente anche nella navata centrale della Parrocchia di San Giacomo. Stilisticamente alcune decorazioni di quest’ultima di riflesso goticheggiante, trovano riscontro nella volta della chiesetta, così come toni e colori, (i blu e i toni più scuri) tipici delle decorazioni di quegli anni.
Le pareti presentano una decorazione meno complessa, bande alternate di due colori, tipiche della decorazione ligure riportata di frequente anche nel basso Piemonte.
La parete di fondo conserva la nicchia che doveva ospitare la statua mentre l’altare(probabilmente in stucco) è stato rimosso, ma rimane visibile l’impronta perimetrale sul muro.
Oggi la piccola chiesa è sede della scuola di Musica dedicata al grande compositore Angelo Francesco Lavagnino, morto a Gavi nel 1987.

L’interno conserva una decorazione, soprattutto nella volta, che si riferisce ai primi anni del’900, momento in cui si interveniva pittoricamente anche nella navata centrale della Parrocchia di San Giacomo. Stilisticamente alcune decorazioni di quest’ultima di riflesso goticheggiante, trovano riscontro nella volta della chiesetta, così come toni e colori, (i blu e i toni più scuri) tipici delle decorazioni di quegli anni.
Le pareti presentano una decorazione meno complessa, bande alternate di due colori, tipiche della decorazione ligure riportata di frequente anche nel basso Piemonte.
La parete di fondo conserva la nicchia che doveva ospitare la statua mentre l’altare(probabilmente in stucco) è stato rimosso, ma rimane visibile l’impronta perimetrale sul muro.
Oggi la piccola chiesa è sede della scuola di Musica dedicata al grande compositore Angelo Francesco Lavagnino, morto a Gavi nel 1987.

IL SENTIERO
Il Percorso si sviluppa per circa 4 km si parte dalla fermata dell’autobus/ piazzale antistante il Convento di NS delle Grazie e si svolta a sinistra immettendosi sulla strada provinciale SP 162, in prossimità della strada vicinale posta a sinistra della provinciale si imbocca il sentiero che costeggia il Neirone;
entrando nel bosco , si incontra a sinistra un’area a prato destinata a zona per la sosta, per attività fitness ed a pic-nic;
proseguendo per il percorso si costeggia il Neirone in direzione della Falesia.

IL SENTIERO
Il Percorso si sviluppa per circa 4 km si parte dalla fermata dell’autobus/ piazzale antistante il Convento di NS delle Grazie e si svolta a sinistra immettendosi sulla strada provinciale SP 162, in prossimità della strada vicinale posta a sinistra della provinciale si imbocca il sentiero che costeggia il Neirone;
entrando nel bosco , si incontra a sinistra un’area a prato destinata a zona per la sosta, per attività fitness ed a pic-nic;
proseguendo per il percorso si costeggia il Neirone in direzione della Falesia.

L’area della Falesia è già un punto rinomato e conosciuto dagli amanti dell’arrampicata: sono infatti presenti oltre 50 vie di arrampicata di differente difficoltà, affrontabili in tutte le stagioni, tenendo presente che la parete è esposta a sud e pertanto in estate la zona diventa molto calda.
L’area della Falesia è già un punto rinomato e conosciuto dagli amanti dell’arrampicata: sono infatti presenti oltre 50 vie di arrampicata di differente difficoltà, affrontabili in tutte le stagioni, tenendo presente che la parete è esposta a sud e pertanto in estate la zona diventa molto calda.

Oltrepassata la Falesia il sentiero prosegue affiancando sempre il torrente offrendo incantevoli scorci sia sul Forte che su aree naturali e resti di antiche costruzioni in pietra fino all’attraversamento con il torrente punto in cui si prevede la realizzazione di un guado in modo da riprendere il sentiero in direzione della “Cascata del Neirone”.
Oltrepassata la Falesia il sentiero prosegue affiancando sempre il torrente offrendo incantevoli scorci sia sul Forte che su aree naturali e resti di antiche costruzioni in pietra fino all’attraversamento con il torrente punto in cui si prevede la realizzazione di un guado in modo da riprendere il sentiero in direzione della “Cascata del Neirone”.

Prima di arrivare alla cascata il percorso attraversa nuovamente il torrente tramite un guado per facilitarne l’attraversamento; una volta passato il Neirone si prosegue fino ad incontrare la strada SP 160 e raggiungere il centro storico.
Il percorso attraversa tutto il centro storico toccando i principali edifici storici.
Prima di arrivare alla cascata il percorso attraversa nuovamente il torrente tramite un guado per facilitarne l’attraversamento; una volta passato il Neirone si prosegue fino ad incontrare la strada SP 160 e raggiungere il centro storico.
Il percorso attraversa tutto il centro storico toccando i principali edifici storici.




